Aprile 24, 2024

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Recuperare il valore del tempo diventa arte

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Inês Coelho da Silva, ospite della Residenza d’Artista voluta da Bortolomiol al Parco della Filandetta, ha realizzato un’opera inno al paziente lavoro manuale delle donne

Un ricamo in filo di seta, impreziosito da 6000 nodi fatti a mano, che si intreccia con la vite nel suo sviluppo vegetativo e ne accompagna ogni fase di crescita durante le quattro stagioni: questa l’essenza della nuova opera di land art installata al Parco della Filandetta – Wine & Art Farm, nel cuore di Valdobbiadene.

Per la seconda volta, a tre anni di distanza, l’azienda ha ospitato una residenza d’Artista, in occasione del centenario della nascita di Giuliano Bortolomiol, il fondatore della cantina, personaggio che ha contribuito a scrivere la storia di questo vino e a portarne il messaggio nel mondo.

“A distanza l’opera si fonde con il territorio, ricordando le altre viti che ricoprono le colline. I pali entrano nel terreno per offrire un supporto alle barbatelle che cresceranno, mentre quattro fili bianchi e un gomitolo sospeso corrono orizzontalmente. L’opera non urla, chiede allo spettatore di accorgersene avvicinandosi” afferma l’artista Inês Coelho da Silva.

Un sussurro, quello di “Ritratto (di colline)”, che invitando lo spettatore a scrutarne i dettagli, si svela all’occhio mostrando i fili della vite ricoperti di nodi e grovigli di seta, un macramè che rimanda ai modelli pazienti e ai luoghi di emozione delle lavoratrici dell’antica filanda in cui ha sede oggi il Parco della Filandetta.

“Ritratto (di colline) è la concretizzazione del concetto di pazienza e ripetitività” dichiara Chiara Isadora Artico, curatrice del progetto. “L’artista ha infatti realizzato srotolando per giorni e giorni dei gomitoli di fili di seta che lei stessa ha creato, annodando meccanicamente il materiale senza ausilio di strumenti, fino a realizzare un’opera d’arte organica delicata, minimale, che evolverà nel tempo e si deteriorerà con esso.”

Un’opera in divenire quindi, un non finito plasmato incessantemente dagli insetti liberi di posarvisi e dal tempo che si declina qui in tre diverse accezioni: quello impiegato per realizzare l’opera, quello necessario allo spettatore per capire fino in fondo il suo messaggio, e il tempo meteorologico che – agendo su di essa con il passare degli anni – la modificherà.

Dopo aver ospitato Susken Rosenthal nel 2019, anno in cui realizzò la propria opera “Cocoon”, la famiglia Bortolomiol torna a dare voce a una delle 300 artiste provenienti da 40 paesi esteri che parteciparono nel 2019 alla Call for Artists.

“Anche il vino può partecipare al linguaggio universale, quello delle emozioni” – ha affermato Maria Elena Bortolomiol, Presidente della cantina, a nome della famiglia – “Come l’arte di Ines si esprime attraverso il ricamo, così il nostro paesaggio è ricamato di vigneti, grazie a una comunità che dal passato traccia un percorso verso il futuro”.

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