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La Galleria d’Arte Contini apre la mostra “Infinita fluidità della pietra” sulla passeggiata del lungomare di Viareggio

Dal 19 giugno al 5 settembre 2021 il lungomare di Viareggio, uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti della
Versilia, diventa il palcoscenico ideale per le opere del raffinato artista coreano Park Eun Sun.
L’esposizione è promossa dal Comune di Viareggio- Assessorato alla Cultura, con il patrocinio dell’
Ambasciata della Repubblica di Corea in Italia, dall’Istituto Culturale Coreano e organizzata dalla Galleria
d’Arte Contini che- oltre a rappresentare l’artista -afferma nuovamente il suo legame con la Versilia avendo
già organizzato in questo fiorente territorio, memorabili mostre pubbliche di grandi Maestri del
contemporaneo quali Igor Mitoraj, Pablo Atchugarry, Manolo Valdés, Julio Larraz e Fernando Botero.
Un’estate all’insegna dell’arte contemporanea dalle forme geometriche ma al contempo sinuose e levigate
che rappresenta la sintesi perfetta tra lo stile e la poetica orientale e un richiamo alla tradizione romanico
fiorentina caratterizzata dal marmo bicromo.
Le composizioni marmoree e granitiche di Park Eun Sun si sviluppano in strutture a colonna, a spirale o
ancora in forme globulari e sferiche lavorate alternando due colori e stratificandoli al fine di dare origine a
sculture armoniche, sapientemente plasmate e profondamente empatiche.
La sperimentazione dell’artista inizia dalla materia, la pietra, che lavora quasi scientificamente, esaltandola e
al medesimo tempo destrutturandola, infatti, caratteristica fondamentale della sua gestualità
contemporanea è quella di imporre una frattura.
I marmi e i graniti vengono scolpiti, levigati ed infine spaccati per poi essere ricomposti. Queste crepe sono
per l’artista metafora della vita, le cicatrici della sofferenza insita nell’esistenza ma al contempo simbolo di
ricostruzione e rinascita.
È questo il profondo messaggio universale di Park che giunge all’osservatore tramite un coinvolgimento che
destabilizza l’equilibrio attraverso sensazioni contrastanti indotte dall’opporsi di levigatezza e frattura,
ombre e luci, giochi di chiaro-scuri, vuoti e pieni.
Le sculture monumentali esposte sul vivace lungomare accompagnano i visitatori in un percorso artistico di
forte impatto visivo.
Nei pressi delle centralissime Piazza Maria Luisa e Piazza Puccini, a fare da padrona è Colonna Infinita,
scultura monumentale del 2016 che supera gli 11 metri di altezza e si sviluppa in una colonna a spirale che
ascende al cielo in un alternarsi di lastre in marmo bianco e grigio. La sua solidità che tende all’infinito è
contrassegnata dal gesto identitario dell’artista: la crepa. Lungo la superficie scorrono queste fessure che
lasciano intravedere la materia e creano un muto dialogo con l’ambiente circostante che sembra fluirne
all’interno.
La suggestiva passeggiata tra le opere d’arte prosegue verso la simbolica Fontana delle Quattro Stagioni, qui
sono osservabili Simmetria-Combinazione e Allargare-Colonna entrambe del 2014 e composte dalla
stratificazione di granito verde e nero. Il corpo solido delle sculture subisce una metamorfosi trasformandosi
in una sorta di ramificazione a sfere che modifica la percezione dello spazio occupandolo non solo in altezza
ma anche in larghezza.
L’armonia e l’equilibrio privo di funzionalità, le forme morbide e squadrate, la pietra liscia e le ruvide crepe
sono i tratti distintivi dell’artista e, come il suo messaggio, sono ritracciabili nelle opere allestite nel cuore
pulsante del lungomare di Viareggio: Piazza Mazzini e il Belvedere delle Maschere.
La piazza, il verde e l’infinita vista mare che si apre all’orizzonte creano uno scenario ideale per le sculture di
Park Eun Sun: tre colonne affusolate conversano tra loro armonizzandosi nello spazio cittadino mentre, due
opere di composizione orizzontale, si affacciano verso il mare. Continuazione-Duplicazione I, del 2017, si
estende per quattro metri in un rincorrersi di sfere granitiche nere gialle. Inizialmente unite procedono
separandosi per poi unirsi nuovamente quasi a raffigurare un flusso genetico, un moltiplicarsi di cellule.
Ed è questo aspetto quasi scientifico che dimostra, ancora una volta, come il lavoro del maestro coreano sia
incentrato attorno al tema dell’interiorità umana, non solo quella “fisica” ma specialmente quella emotiva.
La vita, intesa come un flusso di eventi ed esperienze concatenate, è qui plasmata con una gestualità raffinata
e sapiente che grazie alla forma coinvolge l’osservatore e si fonde con l’ambiente modificando la percezione
dello spazio e del tempo che scivola sulla fluidità della pietra per poi arrestarsi tra le sue crepe.
Una mostra a cielo aperto che nasce allo scopo di incentivare la rinascita e la fruizione della cultura portando
l’arte contemporanea nel quotidiano e nel vivere cittadino.

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